Dati alla mano (indagine condotta dall’università di Verona diretta dal prof. Dario Oliveri) si può dire che se ninne nanne, filastrocche, racconti e letture ad alta voce dovrebbero costituire il pane quotidiano di ogni bambino in età prescolare, questo pane manca per più della metà di loro ed è piuttosto scarso ( pochi minuti ) per l’altra metà. Con situazioni inaspettate: più i genitori hanno studiato, meno dedicano tempo a intrattenere i loro bambini con racconti e letture ad alta voce. Eppure si tratta di famiglie giovani, costituite per quasi il 70% da genitori trentenni ai quali non dovrebbe far difetto l‘entusiasmo per condividere con i propri piccoli figli l’esperienza di crescere insieme anche attraverso le fantasie, i sentimenti, le emozioni che storie, racconti, fiabe non mancano di evocare. Certo c’è un problema di tempo. La maggioranza dei genitori lavora e, al termine della giornata, la stanchezza può avere il sopravvento, ma non può costituire una giustificazione dieci-venti minuti in meno di televisione per dedicare ai figli un’attenzione diretta come è possibile intrattenendoli con qualche ninna nanna, se sono piccoli, o una fiaba se sono più grandicelli è, pensiamo, un sacrificio ben sopportabile, soprattutto se si pensa ai vantaggi psicoaffettivi che si possono ricavare, ed altri vantaggi come lo sviluppo dell’intelligenza……. continua a leggere http://t.co/ThAIDMtCkV
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