Le madri ideali o genitori ideali si caratterizzano per l’accettazione conscia ed inconscia della gestazione del figlio senza pregiudizi o condizioni. Sono queste madri o coppie che realizzano uno stile di “attaccamento sicuro” fatto di disponibilità costante, di attenzione vigile e di aiuto efficace al figlio, che si trova a vivere in un contesto adeguato alle sue esigenze di crescita (1). Sul piano pratico dimostrano un atteggiamento ottimale non solo verso la gravidanza, ma anche verso il parto, l’allattamento e l’educazione del bambino. Sono queste condizioni che permettono al figlio, l’altro anello della triade, di costruire con sé e con l’ambiente circostante un buon rapporto basato sulla fiducia, sicurezza e sulla sana curiosità, oltre che consentirgli di svilupparsi in modo sano, armonico e creativo, ed essere messo nelle condizioni di cogliere le opportunità e le occasioni che gli vengono offerte. Ciò gli consente di trovarsi a diretto contatto con entrambi i genitori ed in particolare con la propria madre e di sintonizzarsi e di sincronizzarsi con lei, per vivere insieme da protagonisti questa fondamentale esperienza della vita. A una gravidanza felice non può che risultare, salvo eccezioni, un parto nascita dall’esito felice, questo perché sono presenti tutte le condizioni fisiche e psichiche che rendono possibile l’attivazione, senza strozzature o interferenze, del programma del parto-nascita impresso nella memoria filogenetica di ogni uomo.
La madre è essa stessa soggetta ad un programma di attaccamento che è alla base dell’equilibrio del sistema famigliare e delle comunicazioni che ivi si organizzano , che una situazione di disagio della madre dovuta ad una storia difficile o a dei problemi non risolti può condizionare negativamente l’andamento della gestazione, ma questo non significa che il suo esito sarà sicuramente negativo, specialmente se riuscirà ad avere quell’aiuto e sostegno umano ed esistenziale di cui ha bisogno, perché questo le permetterà di annullare in tutto o in parte la condizione sfavorevole di partenza. Allo stesso modo quella madre del tutto normale e dal passato sereno si potrà trovare a vivere nel corso della gestazione una serie di eventi stressanti che, se gravi e persistenti, potranno mettere in discussione il suo equilibrio personale e incidere negativamente nella formazione del bambino, specialmente se in questo difficile periodo si troverà a vivere sola con se stessa. Inoltre, va riferito che l’allargamento dell’approccio dalla diade madre-figlio alla triade padre-madre-figlio consente di andare oltre alla relazione madre-figlio e di considerare l’intero sistema base , inteso come l’insieme di relazioni fondamentali, la cui funzionalità si ripercuote direttamente sullo sviluppo e nella formazione del figlio. ( Gino Soldera )
Per un attaccamento tra madre e figlio è bene alla nascita attuare il “bonding” come mostrato nel filmato dal 2° min’ in poi. Il piccolo appena nato, prima della recisione del cordone ombelicale, viene asciugato, senza essere lavato, viene appoggiato sul petto nudo della madre e con gesti naturali il bambino al massimo dopo un’ora, orientato dall’odore del seno simile a quello del liquido amniotico, inizia ad attaccarsi al seno. Con il movimento dei piedini, inoltre, aiuta il distacco della placenta. La natura ha veramente pensato a tutto!!! La madre deve avere l’accortezza di avere le mani pulite e unico abbigliamento per il bambino una cuffietta per impedire la dispersione del calore.
Il “bonding” può essere effettuato anche a casa, ottimo rimedio per prevenire le coliche, e puo’ praticarlo anche il papà.
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